sabato 25 giugno 2022

Altri Libertini

 gioiellino di preludio al queer di Pier Vittorio Tondelli 💜

«Così è restato cattivo sangue anche se al Posto Ristoro ci si dimentica piano piano di tutto perché la vita è davvero vita cioè una porcheria dietro l'altra e allora è come sbattere giù merda ogni giorno che poi ti dimentichi che fa schifo, e ne diventi magari goloso.

Evviva gli scannati di Postoristoro!

al postoristoro tutti sanno da quali braccia piovono le disgrazie.

I Maligni noi ci chiamano le Splash, perché a sentir loro saremmo quattro assatanate pidocchiose che non han voglia di far nulla, menchemeno lavorare e solo gli tira la passera, insomma altro non faremmo che sbatterci e pergiunta anche fra noi quando il mercato del cazzo non tira;

Perché a noi non ci frega un bel niente della nostra reputazione, soprattutto in questo merdaio che è Rèz, cioè Reggio Emilia, puttanaio in cui per malasorte noi si abita e che si vorrebbe veder distrutto e incendiato usando come torce i capelli di quelli lì, proprio loro, appunto, i Maligni.

la Sylvia nera infumanata, un cazzo per ricciolo insomma,

Comunque noi ci si ritrova ancora, in attesa di piazze migliori, anche se si sta attente a non far baccano, ma una sera succede che siamo così ubriache che non ce ne impipa proprio nulla e prendiamo a scorrazzare per la piazza sulle nostre biciclette colorate e ci inseguiamo strepitando e poi facciamo il filo ciclistico a un ragazzo belloccio che passa e scappa con noi dietro che in coro cantiamo son la mondina

Poi la Benny si mette anche lei in piedi e racconta la vecchia storia del pompino volante sulla bianchina che è il suo pezzo forte e come fa la checca lei nessuno è tanto capace.

si vanvera soprattutto delle nostre povere eroine Cinderella e Joan-of-arc oppure Alice o la Virginiawulf o quella sfigata poveraccia dell'Epifania che ogni anno tutte le feste gliele fanno portare via.

La Sylvia prende a lavorare mezza giornata dalle scopine che son poi le bidelle delle scuole riunite in collettivo. Nello stesso periodo la Nanni si licenzia da segretaria nello studio di un notaio finocchio e viene ad abitare con me, che son sempre la Pia, perché la quarta Splash, Benny, va con un uomo di Milano e per me, la Pia, l'affitto da sola è troppo e così anche la Nanni va via di casa che era l'unica ad esserci rimasta, benché di noi la più vecchia, venticinque anni.
Benny si chiama Benedetto ed era un uomo o meglio un ragazzo ma ora fa la checca con noi ed è il quarto asso del nostro Poker Godereccio e succede alle volte che qualcuna di noi ci fa all'amore, perché è molto dolce, ma bisogna farlo fumare un casino, sei sette spini per metterlo in tiro, a patto naturalmente di tenergli un dito infilato per di là, sennò care mie, nemmeno provarci.

La Nanni va a prendere un po' di beveraggio e torna con del fernet che gli diluisce nell'acqua minerale, dice bevi Benny, bevi che ti farà bene, ma lei si sbroda tutta, sembra farlo apposta, quel che entra in bocca lo ricaccia nel bicchiere così che ci viene tutta una puzza di fernet che anche la nostra gatta, l'Arialda, s'imbriaca e miagola storta.

La Sylvia ci raggiunge la sera dopo il lavoro dalle scopine e così durante un'autocoscienza ci accorgiamo che da un po' ci siamo lasciate andare tutte e quattro con i nostri personali coinvolgimenti e questo non è possibile, insomma dall'esterno parrebbe che abbiam messa la cosa a posto, mentre noi invece non lo vogliamo assolutamente. E ci si fa forza e per il sabato si prepara una grande uscita di quelle da Poker-Splash e si decide di andare al Marabù di villa Cella dove son circa tremila cazzetti e si può far un poco di follia.

... quasi quasi applaudiamo quando Jimmy fa una scoreggia di petto che più bene di così non si può. Poi uno dice abbiamo recitato Phono-Rimbaud e allora a quel punto lì le mani ce le spelliamo sul serio.

In osteria ci sediamo accanto al muro in un falso separé con tutta una luce alla Vittorio Storaro, gialla e rossa mischiata alla perfezione, insomma un'arancione fulvo e così caldo che sembriamo davanti al focolare in un film o in una luce di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio.

Così mi bevo davvero tanto e faccio un gran miscuglio in pancia con birre e frizzantini e me ne sto dunque per i cazzi miei a leggere quel che c'è sul muro che sembra proprio che chiunque sia di qua passato abbia tracciato qualcosa non solo sul muro, anche sul tavolaccio, incidendolo chi più chi meno. Insomma tutto un inventario colorato di autodefinizioni, brandelli filosofici, slogan semiseri, invettive, quartine rime e porcate, gridi inni e slogan tutti sovrapposti gli uni agli altri e inseriti tra parola e parola a far fuori irresistibili ironie e tutto nel gergo mischiato e poliglotta della fauna stessa cioè molto italiano cencioso, molto tedesco sublime, persino gotico ahimè, molto angloamericano e parecchio slang, qualche francese da boudoir, qualche graffito arabo, sumero o indiano e persino una evidente traccia di cirillico scritta col pantone vermiglione accanto a Culo culo orgasmo del futuro.

Dopo l'osteria siam tutti fradici che non abbiam la forza nemmeno di rollar su uno spino perché più di di così si crepa, e prendiamo a girare tutte abbracciate e cantare la Marsigliese o la Contessa

Con il Performance Group si resta un po' di tempo e assistiamo a tuttequante le sedute e aiutiamo a spedire inviti e ciclostilare i programmi e far l'occhiolino al Cecio che ci dica finalmente quel che noi vogliamo. Poi una bella sera quando sta a lui provare ci dice di metterci tutti a sedere in mezzo alla platea e ci impone di comportarci naturalmente e lo dice per un bel po', siate naturali, siate naturali che noi crediamo oddio quello ci manda i leoni nella fossa e noi star lì a guardare, nature.

Diosanto che trip dell'immaginazione, ecco d'un tratto l'immagine-rappresentazione dell'uomo sottomesso a un processo d'informazione dominato dall'energia elettrica, ecco chi ha centrifugato il nostro sistema nervoso centrale, ecco finalmente la materializzazione di quel che docent, maxima cum causa, e in stretto pas-de-deux Marshall Mc Luhan & Umbert d'Ecò! ! !

Non si vuole però far soltanto spettacolo, anche prender coscienza e dibattere, per cui il Benny produce e tira in cinquanta copie la bibliografia del nostro seminario e noi volantiniamo alla Fiat Trattori e invitiamo all'autocoscienza e al gruppo di studio e alle riprese tuttequante perché i momenti vanno integrati e non si può soltanto starsela a menare senza prender coscienza.

...quelle come noi non vogliono far guerra al cazzo, ma soltanto addomesticarlo mentre il cazzo va domato con la frusta e col fuoco e tutto questo si fa con le finocchie che son la vera rivoluzione, quindi anche con lei la Benny ... le alleanze si stringono sui vissuti e mica sulle chiacchiere

Per agosto come lo scorso anno ci si divide e si scioglie il Poker Splash. È nei patti. Uno straccio di indipendenza e di autonomia, ognuna per i cazzi suoi, una boccata d'aria per non trasformare il nostro sodalizio in carcere.

Ma quando ci si ritrova a settembre si capisce che qualcosa di nuovo è purtroppo arrivato. E non sarà mai più come prima.
L'avvio è di Benny, che si presenta in osteria vestito da uomo con la barba e il portamento virile che quasi non lo si riconosce tanto è cambiato ed è davvero, conciato da maschio, un gran bel pezzo di ragazzo. Dice che deve riscoprire la propria eterosessualità, che anzi qualsiasi definizione del comportamento gli sta stretta e che per quanto lo riguarda farebbe a meno degli omo e degli etero, perché esiste soltanto una sessualità contigua e polimorfa e allora bisogna iniziare a superare questi settarismi di merda e liberarci finalmente dai condizionamenti,

lo so che non abbiamo un modello per il nostro amore, ma questo va anche bene perché ci obbliga a trovarcelo insieme tutti e due e crescere insieme e accettare quel che capita con tutte le conseguenze,

Con Dilo non ci sono casini, siamo molto innamorati, vivacchiamo da froci tranquilli ma succede che in autunno tutto si mette in moto come una corrente sotterranea che butta i germogli, un germinal anticipato che ci getta in collettivi e riunioni e si vede che nelle osterie c'è qualcosa di nuovo, forse soltanto più voglia, ma non so bene di cosa.

Il settantasette inizia con Dilo e io a Paris, chez les folles. Ci si diverte abbastanza, merito dei boulevards innanzitutto, ma poi m'accorgo per la prima volta che la vita a due mi sta impoverendo, che non riesco a sopportare di stare con altri e tutto mi dispiace perché sento come avessi messo la testa a posto, che poi non è vero.

Non si può impedire a qualcuno di farsi o disfarsi la propria vita, si tenta, si soffre, si lotta ma le persone non sono di nessuno, nel bene e nel male.

...è questa la scuola, cioè l'esperienza, mica la normalizzazione, te lo dico io che ho imparato più da un pompino che da ventanni di esami.

in Italia sopravvivi solo se hai la lira e anche così fai una vita di merda perché... più si vive più si è costretti a castrarsi e...

e lo vedo partire e scoppio a piangere in sala d'attesa che si avvicina una suora e fa povero figliolo e io la guardo e le dico porcodio, fatti i cazzi tuoi che sto malemale che di più non potrei.

certo che non l'avrei mai detto non credevo che un frocio potesse parlare solo in dialetto e fare il delinquente, no,

C'è altra gente, più o meno i soliti fauni che s'incontrano in questi anni di rincoglionimento generale, però belli e vivibili né più né meno degli altri.

porcodio questi fascisti, ammazza 'sti sceriffi, ma di che cazzo s'impicciano, che cazzo vogliono questi tutori scassati della fobia collettiva che non fanno altro che snidare coppiette nei campi e fare i sadici e i coglioni a chiedere documenti a tutti,

Infine ci stanno un paio di busone e una si chiama Miro, l'altra son io.

io non sono mica una checca della gran razza del Miro che coi numeri che c'ha si può fare Keith Carradine su un piede solo e senza scomporsi tanto nel far filo, oppure Burt Reynolds con gli occhi chiusi e Miguel Bosé per traverso e per rovescio, no, io sono di quell'altra razza di checchine schifiltose e piagnone che finiscono sempre, mannaggia a noi, a far intorto ai bambinetti e rischiare anni di prigione se va bene, altrimenti bastonate e legnate sul groppone e non solo mica lì.

Eccolo dunque il Gran Lombardo supervitaminizzato, eccolo il virgulto omogeneizzato del sessanta, un po' di nicotina sui denti, la barba sfatta, un russare invadente, un culo che... il Miro se ne sta lì a guardare e lacrimare in silenzio sopraffatto da tanta bellezza. E spiando il Maschio Addormentato s'addormenta pure lui.

Be', questo bellissimo qui si chiama Edy e fin dai saluti col Miro non fa che strabuzzare gli occhi sull'Andrea e fingere di cicalare col Miro invece guarda il ventenne di Andrea che Miro continua a tenere stretto al braccio e piega la boccuccia in una smorfia superiore come dire spegni il culo cara Edy, questo è mio.

Poi Andrea comincia a dire che quelli di Modena gli stavano sul cazzo e che aveva preso gusto a stare al loro gioco mica più di tanto, perché poi veramente s'era smaronato e depresso con queste teatrali.

Dice che l'Andrea è un fessacchiotto, che non ha capito d'essere arrivato in un paese in cui tutti lo vogliono scopare e venir così manovrato come un semplice e godereccio vibratore, mica come lui la pensa cioè son venuto e v'ho sbattute tutte quante. Poveretto il Gran Cazzone, lui se ne andrà, che spanda-spanda le sue avventurette, noi si resterà in paese e saremo proprio noi a ridere e contarcela questa bislacca storia per tanti altri inverni.

...questa scoglionatura che dà sul neuroduro la chiama Scoramenti, al plurale perché quando arriva non vien mai in solitudine. Si porta appresso nevralgie d'ossa, brufoletti sulle labbra o nel fondoschiena ma poi i più gravi mali, quelli della vocina; cioè chi sei? cosa fai? dove vai? qual è il tuo posto nel Gran Trojajo? cheffarai? eppoi quelli ancora più deleteri, i mali del non so giammai né perché venni al mondo né cosa sia il mondo né cosa io stesso mi sia e quando son proprio gravi persino il non so quale sia il mio sesso né il corpo né la cacca mia, cioè i disturbi dubitativi della decadenza.

Insomma saputo quel che vi era dovuto lettori amici miei, vi passo a fare il menastorie di una sera come tante con su le belve degli scoramenti che a rimanere fermo non ci riesco trenta secondi d'orologio, mi sento un passerotto che ha perduto il nido, faccio un bar didietro all'altro e un beveraggio appresso all'altro perché il vino è farmaco dei mali e credete a me, questa è l'unica risposta che al mondo c'è.

gli si secchino le palle, accidenti!

Correggio sta a cinque chilometri dall'inizio dell'autobrennero di Carpi, Modena che è l'autobahn più meravigliosa che c'è perché se ti metti lissù e hai soldi e tempo in una giornata intera e anche meno esci sul Mare del Nord, diciamo Amsterdam, tutto senza fare una sola curva, entri a Carpi ed esci lassù.

Così me ne corro e quanti di pensieri che tengo nella mia crapa o piuttosto pensieri di stomaco, la testa ronza solamente come il monoscopio della tivù; nella pancia invece è lì che ci tengo tutti i miei fumamenti come bussolotti del lotto, dite un numero vi guardo dentro che pensiero ci sta.

Goditi dunque occhio mio il ramingar contando stelle,

Solo questo vi voglio dire credete a me lettori cari. Bando a isterismi, depressioni scoglionature e smaronamenti. Cercatevi il vostro odore eppoi ci saran fortune e buoni fulmini sulla strada.»

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