Un romanzo interamente dedicato alle maternità come sfide nell'accudire e crescere le persone piccole; qui in particolare un'infante con microlissencefalia.
Citazioni rilevanti:
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Quando si è giovanǝ, è facile avere degli ideali e vivere secondo questi. Ciò che è difficile è rimanere coerentǝ nel tempo e nonostante le sfide che la vita ci impone.
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Quante aspettative, quante cose implicite dentro Inés, ma anche in Manuel, Elena e Alejandro. Nomen est omen, dicevano gli antichi. Mentre osservavo queste persone, mi chiesi come sarebbe il nostro mondo se invece di questi nomi ci assegnassero serie di lettere, immagini come Nuvola sul Lago o Braci nel Fuoco, e ci lasciassero decidere da solǝ quali generi scegliere o inventare.
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C'è una parola per chi perde lǝ coniuge, e c'è una parola per lǝ bambinǝ che rimangono senza genitorǝ. Tuttavia non c'è una parola per lǝ genitorǝ che perdono lǝ loro figliǝ. A differenza di altri secoli in cui la mortalità infantile era molto alta, nella nostra epoca è naturale che questo non accada. È così temuto, così inaccettabile, che abbiamo deciso di non dargli un nome.
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Forse Doris era una creatura notturna senza saperlo, o forse era solo in quelle ore, quando i suoi doveri materni erano terminati, che poteva essere se stessa.
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– ... questa bambina ... è risoluta a vivere.
– questo perché non legge ancora i giornali. Quando vedrà lo stato del mondo cambierà idea.
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il desiderio è l'emozione che più caratterizza la nostra specie ed è anche il desiderio che ci fa reincarnare come esseri umani.
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I buddisti, sempre così cauti nei loro pronunciamenti su questioni come l'origine della vita o dell'universo che ossessionano le altre religioni (e di cui nessuno sa veramente un accidente), affermano con assoluta convinzione che la coscienza non dipende dal corpo.
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La verità è che non sappiamo ancora nulla di Inés. Impareremo a conoscerla.
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in realtà, il DNA di ogni individuo dipende dal caso, dall'incontro casuale di due gameti al momento del coito, e non da una tendenza al miglioramento come ci hanno fatto credere.
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Sono certa che l'interesse, ma anche la bellezza della nostra specie sta nelle sue migliaia di varianti, in mutazioni insospettabili come quelle di Inés.
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...risulta sempre più facile incolpare gli altri per ciò che non tolleriamo di noi stessǝ, ciò per cui non ci perdoniamo.
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In un bellissimo e terribile libro intitolato La tregua, Primo Levi dice che se è riuscito a sopravvivere alla disumanizzazione di Auschwitz, è stato grazie a una serie di routine quotidiane come lavarsi la barba, che gli ricordavano la sua vita precedente e gli restituivano la dignità. Sono azioni semplici come queste che sostengono la giornata.
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Non importava che ǝ membrǝ di questa comunità [di genitorǝ con figliǝ aventi la stessa condizione di Inés] vivessero in paesi diversi, da allora in poi Aurelio e Alina non sarebbero statǝ solǝ, come una specie unica, confinatǝ nel loro appartamento; c'erano altre persone simili, e stavano in contatto con loro.
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Ogni essere umano ha un potenziale. ... Siamo all'inizio di una vita, da qui tutto può essere un guadagno.
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Per diventare padre gli era bastato eiaculare un getto di sperma dentro di lei, un gesto di insulsa leggerezza, così facile che poteva ripeterlo quante volte voleva, e con un numero illimitato di donne, come un'ape che impollina i fiori nel campo. [tanto è facile procreare per le persone penedotate!]
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Ti rendi conto che non molto tempo fa si usava incaricare un'altra donna per allattare? Tutto questo per dire quanto la maternità sia sempre stata permeabile.
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Inoltre, i legami di sangue non sono garanzia di nulla. Pensate che spesso sono i genitori, i nonni o gli zii che picchiano e abusano deǝ bambinǝ. Le famiglie biologiche sono un'imposizione, ed è ora di desacralizzarle. Non c'è motivo di accontentarsi di esse se non funzionano.
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In Nepal avevo visto gruppi di monache disegnare mandala con polveri colorate nel cortile del monastero. Potevano passare giorni interi a elaborare bellissimi e intricatissimi disegni sul terreno che rappresentavano la dimora di un buddha o di un bodhisattva nella nostra coscienza. Una volta finito, il disegno era così grande da coprire l'intera superficie del cortile. Lo lasciavano lì per un paio di giorni perché la gente lo vedesse e poi lo disperdevano con le scope, come esercizio collettivo di distacco, ma anche come ammonimento che niente di ciò che costruiamo dura per sempre.
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Oggi proiettano una stagione di cinema iraniano, un'altra di film noir e una di registe donne, come se la femminilità fosse un paese o uno stato mentale. Le donne non fanno film noir?
Il suo commento mi ha fatto sorridere.
– No – ho risposto – Le donne vediamo sempre la vita in rosa.
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Quando lǝ ho visti, ho pensato che se c'è un destino, c'è anche un libero arbitrio che consiste nel modo in cui accogliamo le cose che dobbiamo vivere.
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‹‹Bisogna abortire, abortire questo sistema patriarcale››
