Nel decidere con quale libro iniziare e con quale continuare, la mente non era forzata a fare una scelta. Le è stato permesso di leggere ciò che gli piaceva. Non le si chiedeva, cioè, di leggere storicamente, né di leggere criticamente. Gli si chiedeva di leggere solo per interesse e piacere e, allo stesso tempo, di commentare mentre leggeva la natura dell'interesse e del piacere che trovava. Andava per la sua strada, quindi, indipendentemente dal tempo cronologico e dalla reputazione.
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Eppure, se nessunə, tranne lə storicə e lə criticə di professione, legge per capire un periodo o per aggiornare una reputazione, nessunǝ legge semplicemente per caso o senza una precisa scala di valori. C'è, per parlare metaforicamente, un qualche disegno che è stato tracciato nelle nostre menti e che la lettura porta alla luce. I desideri, gli appetiti, in qualunque modo ci imbattiamo in essi, lo riempiono, incidendo ora in questa direzione, ora in quella.
Dunque, unə lettorə qualsiasi può spesso tratteggiare la sua rotta attraverso la letteratura con grande precisione e può addirittura pensarsi, di tanto in tanto, in possesso di un mondo intero tanto abitabile quanto il mondo reale. Si può controbattere che tale mondo è sempre in fase di creazione. Allo stesso modo, si può aggiungere contro di esso che un tale mondo è un mondo personale, un mondo limitato e forse invivibile da altre persone, un mondo creato in obbedienza a gusti che possono essere peculiari di un temperamento e sgradevoli per un altro - infatti si concluderà che ogni testimonianza tale delle letture è destinata ad essere limitata, personale, imprevedibile.
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Qui, dunque, molto brevemente e con inevitabili semplificazioni, si cerca di mostrare la mente al lavoro su uno scaffale pieno di romanzi e di osservarla mentre sceglie e rifiuta, creandosi una dimora secondo i propri appetiti.
Di questi appetiti, forse, il più semplice è il desiderio di credere interamente in qualcosa di fittiziamente vero. Questo appetito guida a sua volta tutti gli altri. Non si può dire, poiché cambiano così tanto nelle diverse età, che un appetito sia migliore di un altro. Lə lettorə comune è, inoltre, sospettosə delle etichette fisse e delle gerarchie stabilite.
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