Di nuovo Michel Foucault. Non che ne abbia scritto chissà quanto - anzi, non ci ho ricamato affatto sopra nei vari luoghi cibernetici che ho popolato di parole. Ma l'eccezione riguarda il fatto che a fine volume è presente un riassunto dell'intero corso votato all'Ermeneutica del Soggetto attraverso la nozione di Cura di Sé:
anche dopo essere diventato un principio filosofico, la cura di sé è rimasta una forma di attività. Lo stesso termine epimeleia non designa semplicemente un atteggiamento della coscienza o una forma di attenzione rivolta a sé stessi, ma indica piuttosto un'occupazione regolata, un lavoro con i suoi procedimenti e i suoi obiettivi.
Che non ci si possa occupare di sé stessi prescindendo dall'aiuto di un altro è un principio generalmente ammesso. Seneca sosteneva che nessuno è mai abbastanza forte per affrancarsi da solo dallo stato di stultitia nel quale si trova.
La cosa interessante, all'interno di questa pratica dell'anima, è proprio la molteplicità di relazioni sociali che possono servirle da supporto.
Si costituisce [...] un servizio d'anima che viene realizzato attraverso relazioni sociali molteplici.
–l'importanza dell'ascolto
–l'importanza della scrittura
–l'importanza di fare ritorno su di sé
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